Bene, possiamo cominciare, per quanto possibile niente spoiler ma attenzione, il diavolo sta nei dettagli.
Avengers: Age of Ultron non è un sequel, è un colossale capitolo essenziale nelle famigerate fasi della Marvel, appoggiato al precedente Assemble che metteva le basi ed intratteneva con divertimento e colori forti Ultron diventa un romanzo classico, uno di quei libri che sai di dover leggere nella vita. Senza parlare di storia e personaggi bastano solo il colore e la fotografia a far capire da subito che non stiamo guardando solo un film di fantascienza e avventura; i colori forti e accesi del primo capitolo spariscono completamente in un’ambientazione malinconica dal taglio vintage, pare che la pellicola possa essersi scolorita col tempo, con il peso della responsabilità, la responsabilità di fare da ponte tra due ere cinematografiche dei “supereroi”.
Tutto appare più vero, molto più realistico, la cosiddetta sospensione di realtà per entrare nei tecnicismi.. e per uscirne subito basta dire che Age of Ultron entra nei personaggi, mostra più emozioni umane, mostra infinitamente più umanità; che poi è il tema cardine che regge il villain, Ultron, creato con l’intento di proteggere l’umanità da minacce aliene la nuova nata intelligenza artificiale non capisce, fa i capricci, vuole salvare il mondo sterminando la razza umana. L’argomento è notevole e notevolmente ben sviluppato tra una scena di azione e l’altra.
Parliamo allora del fantasy, dell’azione: superba. Tutti i film della Marvel raccolti e rielaborati, il bimbo che si chiama reboot dei supereroi è cresciuto, è adulto e ben allenato. Joss Whedon ci mette davanti a sequenze dalle quali è impossibile staccare gli occhi, specialmente quando il cast è al completo nel combattimento; non è una danza, non è una coreografia, è un concerto di mosse fluide e imponenti.
La scala è mondiale, la regia epica e sensibile, le sequenze action tutto ciò che ci si può aspettare e più, l’umorismo tipico di Joss Whedon presente sempre, anche quello nero (e non si può scrivere di più, fan di vecchia data del regista e produttore più perfido degli ultimi vent’anni e più, voi mi capirete).
Insomma, per parafrasare Visione, caos (l’azione) e ordine (la discesa nelle emozioni e nei personaggi) non sono due entità opposte e distinte, lo dimostra Joss Whedon che crea un film perfettamente bilanciato tra puro intrattenimento ed emotività.
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