Si tratta del film che ha prevalicato tutti i nominati agli Oscar in quanto a botteghino, un piccolo e relativamente poco costoso horror classico.
C’è un bambino in coma, ci sono i genitori preoccupati, ci sono i rumori e gli strani avvenimente in casa, poi in un’altra casa, prima di accorgersi che ci sono anche i fantasmi.
C’è anche una vecchia medium, sedute spiritiche, spettri dalle fattezze (cinematografiche) europeggianti. A questo punto è bene rendersi conto che nel mezzo di tutte queste caratteristiche che presenti, c’è anche un grande assente: l’originalità.
La sceneggiatura avrebbe voluto essere The Others, El Orfanato. La regia aveva forse l’intenzione di ricordare i (dubbi) successi di Paranormal Activity. L’incontro di queste intenzioni ha prodotto un videoclip di quasi due ore (e dov’è Ozzy allora?), dove il tocco australiano, che in altri casi ha dato ottimi risultati, si riproduce in qualche distorsione spettrale, nebbia e pochi lampi di originalità semantica. Il regista in questione è James Wan, Melbourne, non certo all’altezza di alcuni dei suoi film precedenti, notabili nella forma del primo Saw e Death Sensence.
La presenza attoriale non è delle peggiori, da tener d’occhio Patrick Wilson, tra gli attori più sottovalutati e affetti da typecast del momento.
Non è un film da non guardare, ma da guardare con cognizione di causa e dei passati film a cui si ispira fin troppo.