Red State, di Kevin Smith. Quello di Clerks e Dogma, Chasing Amy e Jersey Girl. Quello di Jay e Silent Bob. Ma sulla locandina c’è una ragazza con un fucile.
La mia sfiducia nel pubblico italiano si realizza in questo film, che non verrà mai capito e apprezzato; d’altronde, non lo stanno considerando nemmeno in patria. Prima in pay tv, poi straight to Dvd l’opera prima di questo genere per Kevin Smith, che si cimenta con un thriller/horror/action.
Tutto sulla carta, perchè in realtà la nera ironia di base e il tocco inconfondibile del regista si leggono ad ogni inquadratura.
Nel cast anche una premiata dall’Academy, Melissia Leo. Un ottimo redivivo John Goodman nei panni dell’agente in comando all’assedio, in più un paio di stelline da tener d’occhio: Kyle Gallner e Kevin Alejandro: il primo è partito dal cult Veronica Mars e si muove a piccoli passi in Tv e al Cinema, sembra il figlio illegittimo di Jonathan Rhys Meyers ed è sempre riconoscibilissimo; il secondo è regolare in True Blood da due serie e, al momento, non si può pensare ad un trampolino di lancio migliore dopo 8 anni di gavetta nelle più disparate serie americane.
Il consiglio: non leggete recensioni, non leggete la trama, non guardate trailer ma vivete l’attesa (da qui a quando riuscirete a procurarvi il film) con l’hype creato quest’anno. Sono ammesse interviste al regista. Aspettatevi quello che promette il vociferare online, aspettatevi un horror da vedere scetticamente perchè Kevin Smith viene dalle commedie e sarete sorpresi all’inverosimile. E positivamente.