Domenica dedicata a mild-splatter e vintage, con un piccola pausa di terrore contemporaneo ed estemporaneo nella forma del nuovo The Sunset Limited: Samuel L. Jackson ci dedica la parodia della sua parodia in compagnia di Tommy Lee Jones, stanco e suicida costretto – con lo spettatore – a dialogare per quasi due ore con l’apostolo/janitor, angelo custode e predicatore Jackson. Non c’è da stupirsi se alla fine del film Jones vorrò ancora buttarsi sotto il treno di una metropolitana.
Tra un dialogo e l’altro si inizia a sentire la mancanza dei film che hanno preceduto questo dialogo infinito. Per la rassegna di oggi I Spit On Your Grave e Psych 9, due b-movie simili per tentativo di essere moderni e sorprendenti, simili nel fallimento; con qualche punto di ripresa per I Spit On Your Grave che, pur trattando tematiche scomode ai sensi, mantiene un certo ritegno nella grafica ed un passo di calma stranamente tranquillizzante, caratteristica che ha del soprannaturale, trattandosi di un film dell’orrore.
La prima delusione della giornata è Psych 9, aspettata, ma pur sempre delusione. La storia è quella di una giovane donna, infermiera del turno di notte in un ospedale dismesso; ed ecco che compare Cary Elwes, dopo Saw ormai relegato a losco figuro di qualsiasi film orribile ci sia sotto mano. Serial killer, visioni, flashback, fantasmi in corridoi che farebbero paura anche di giorno, niente di nuovo, niente di sconvolgente, niente di interessante e tutto di scontato. Buono per compatire il povero Pirata Roberts e per passare un’ora e mezza quando non c’è null’altro da vedere.
I Spit On Your Grave è il remake del film omonimo del ’78; stesso film, persino stessa locandina.
Una giovane e attraente (bla bla) scrittrice viene brutalizzata da un gruppo di cafoni locali mentre si trova sola in un rifugio sperduto tra i boschi per scrivere il suo prossimo libro. Scritto tutto d’un fiato, ma sulla pellicola non passa così velocemente; a partire dal lunghissimo incipit che sembra non finire mai, mentre lo spettatore sa già che non è prudente essere carina e sola in mezzo al nulla vicino ad una paese di provinciali americani. Le sevizie sulla ragazza durano il dovuto, ognuno ha il suo turno e la possibilità, in questo modo, di essere appropriatamente e specificatamente ucciso nella seconda parte.
I punti a favore: Chad Lindberg, veterano TV di genere violento e criminale, spesso apprezzato dai pubblici “del posto” e la strana calma che la violenza (sia della prima parte, che della vendetta splatter) sprigionano, forse è proprio qui che sta la paura…
O forse no. Ciò che veramente conta è che la domenica prosegue ad un passo decisamente diverso: The Mummy (1932) e The Mummy’s Curse (1944): il bianco e nero è sempre, sempre magnifico. Karloff e Chaney. “And yet i shall awaken memories of love, crime and death… “