Shelter, Identità Paranormali

Måns Mårlind, Björn Stein

Horror, Thriller, durata: 112′ – U.S.A. 2010
Moviemax

La consuetudine tutta italiana di cercare titoli accattivanti in sostituzione a quelli semplici in lingua originale ha prodotto i suoi malefici frutti anche per Shelter: il titolo tradotto e adattato per il nostro paese rovina già metà del film. Non sarebbe meglio lasciare qualcosa all’immaginazione? Gothika insegna. Nella seconda decade del millennio deve essere tutto più immediato, più spiccio? Non necessariamente, c’è ancora una buona fetta di spettatori che frequenta i cinema per essere affascinata e, a volte, sorpresa.

Shelter è un ottimo film per passare una serata o un pomeriggio con pop-corn, caramelle, bon bon di gelato e fiumi di coca cola. Oltre ai grandi film da grandi premiazioni, ci sono anche piccoli grandi film che si lasciano guardare con interesse.
Shelter è un horror dell’era più pura, un nuovo vecchio che si ispira ai giapponesi per plot e tematiche e agli adattamenti di quegli stessi giapponesi per quanto riguarda ambientazione, colori e personaggi. Quella paura da tensione e strani suoni gutturali che ci hanno così affascinato in The Grudge e The Ring (per fare solo due esempi tra i tanti).
Shelter è un film di basso rango a giudizio dei distributori, che hanno aspettato più di un anno per proiettarlo nelle sale italiane. E Shelter è veramente bello per chi, come me, è affascinata da tutto ciò che trasuda horror e psiche.

La storia: una psichiatra forense (Julianne Moore), un uomo dalla personalità multiple e del soprannaturale. Non è permesso dire di più per non rovinare nulla, come è buona educazione per questo tipo di film.

Nei primi minuti riesce anche a stupire, seppur moderatamente, mentre cerca di confondersi con un thriller psicanalitico, sensazione che svanisce subito appena il collo di Rhys Meyers produce sottili scricchiolii disumani e traumatizzanti.

I registi sono alla prima esperienza internazionale e di rilievo (trascorsi di serie televisive straniere), ma dimostrano una certa abilità nella creazione del genere, nelle sequenze più classiche del thriller-horror.

VOTO: 4/5 tra quelli della sua nicchia


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